CHEF LA MANTIA “OK PERSONALIZZARE LA CUCINA, MA IL DADO NELLA CAPONATO NO”

PALERMO (ITALPRESS) – Carlo Cracco ha usato l’aglio e Amatrice si è scatenata. Sabato sera lo chef, ospite a “C’è posta per te”, ha detto che “il suo segreto per una buona amatriciana è uno spicchio d’aglio in camicia”. Il Comune in provincia di Rieti ha scritto su Facebook di essere rimasto “sconcertato” e ha ricordato gli ingredienti della ricetta tradizionale. Sulla vicenda interviene lo chef Filippo La Mantia che a marzo aprirà il suo nuovo locale a Milano con Dolce e Gabbana (ex Gold).“Tutto è iniziato con il dado nella Caponata – sottolinea – Poi l’aglio in camicia nella Matriciana di Cracco ed oggi il burro nel pesto alla Genovese di Oldani. Tutto questo clamore avviene, oggi, per la grande attenzione che c’è da parte dei media sugli chef. E’ da una vita che ognuno può aggiungere o togliere ingredienti da piatti tradizionali o con una forte componente affettiva. Mi fa male vedere che qualcuno aggiunga il dado nella caponata. Ma non per il dado, lo abbiamo utilizzato tutti e se lo avesse aggiunto in uno spezzatino o nella cottura del FALSOMAGRO, nessuno si sarebbe indignato, il primo io. Ho iniziato a fare il cuoco 15 anni addietro e da sempre e dico da sempre non ho mai utilizzato né AGLIO, CIPOLLA PORRO O SCALOGNO. Mi hanno massacrato, i cosiddetti puristi o critici o ipocriti del mondo del food. Il mondo del food costituito da persone che si sono elette al di sopra da tutti, però campano con i cuochi. Tutto questo mondo oggi non esisterebbe senza i CUOCHI o CHEF. Ma malgrado tutto siamo sempre oggetto di discussione! Quindi se Cracco usa l’aglio nella MATRICIANA o OLDANI utilizza il burro nel PESTO, che ben vengano. Loro se lo possono permettere, hanno lavorato duro e possono personalizzare la cucina come vogliono. Se piace la gente la mangia, se non piace sono sempre in tempo a modificare le loro versioni. Ricordiamoci sempre che NOI cuciniamo per la gente. Ma NON tollero il dado nella CAPONATA, soprattutto perché non c’entra nulla e non è CAMPALINISMO ma rispetto”.(ITALPRESS).
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